Camp

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Ohana Camp è un servizio dedicato ai ragazzi, pensato per consentire loro di immergersi nella natura!

Cosa si può fare

Nel Camp di Ohana si può respirare a pieni polmoni un’aria incontaminata! I protagonisti del Camp, adolescenti e preadolescenti, potranno ascoltare i suoni della natura e condividere attività ludiche o ricreative.

Uno “zaino” di esperienze

Durante il Camp imparerai a mettere nel tuo “zaino” i valori più importanti. Gli educatori, gli assistenti sociali i pedagogisti ed i tutor di Ohana ti aiuteranno a far tesoro degli insegnamenti più preziosi!

Quali obiettivi?

Gli scopi principali del Camp sono:

  • raggiungere un maggiore benessere personale;
  • imparare a coltivare delle relazioni sane e positive!

Le metodologie

L’esperienza è maestra, è da lei che apprendiamo tutto ciò che possiamo capire della vita! Ecco perché Ohana preferisce l’approccio esperienziale. Solo vivendo direttamente, da protagonisti, possiamo agevolare il processo di crescita e di consapevolezza.

La vera chiave: le emozioni

Il presupposto di Ohana è questo: scopriamo chi siamo mentre facciamo nuove esperienze. Appunto queste esperienze ci insegnano delle cose mediante le emozioni.

Ti è mai capitato?

Quella volta che un gioco, una dinamica, una parola… ti ha reso un po’ triste… oppure quella volta che hai sentito dentro di te un forte entusiasmo… Cos’è successo veramente?

Ohana ti aiuta, con queste domande guida, a trarre il massimo vantaggio dall’ascolto di sé e degli altri.

Il Camp 2021

Per l’edizione 2021, il Camp di Ohana si è svolto in Abruzzo, presso la località di Civitella Alfedena, nell’area del famoso Parco Nazionale, durante la seconda metà di luglio. Il tema principale delle attività era orientato ad esprimere un diritto fondamentale della persona:

il diritto ad essere luce!

Come è andata?

Abbiamo rivolto questa domanda ad alcuni genitori dei ragazzi che hanno partecipato al Camp 2021. Le risposte ricevute mettono in evidenza quanto gli adolescenti, i preadolescenti e le famiglie hanno saputo trovare in Ohana:

Positività e valori

«Grazie per aver fatto sì che i nostri figli trascorressero del tempo a contatto con la natura. Grazie per aver trasmesso loro dei sani valori! [@Mamma di C.]

«Grazie per il vostro aiuto nella sua crescita personale!» [@Papà di L.]

«Ringrazio Dio tutti i giorni per i riscontri positivi che riceviamo. Sono segnali che ci ripagano dei momenti di sofferenza che abbiamo attraversato. Grazie per averci aiutato a sbocciare!» <3 [@Mamma di S.]

Crescita e bellezza interiore

«Sono molto contenta che anche voi vediate ciò che noi percepiamo delle anime dei nostri figli. Grazie!» [Mamma di L.]

Senso di accoglienza

«Avete reso, anche quest’anno, questa esperienza del Camp unica e speciale. I ragazzi sono tornati a casa, ma si sono resi conto che sono sempre stati “a casa”, accolti dai vostri sorrisi, dalle vostre parole, accolti con la A maiuscola. È bello sentire che hanno ancora la voglia di raccontare e di raccontarsi; sentire e vedere nei loro occhi quello che hanno vissuto… Sono certa che lo ricorderanno sempre, quindi dal mio cuore, mille e ancora mille grazie a tutte voi per essere la loro “casa”!» [@Mamma di L.]

Hop hop!

Hop hop è il laboratorio di potenziamento e recupero dei prerequisiti di Ohana!

Per chi?

Per coloro che frequentano l’ultimo anno dell’infanzia, ma anche il primo o il secondo anno della primaria e vogliono:

  • Consolidare i prerequisiti degli apprendimenti;
  • Recuperare nozioni e competenze preliminari;
  • Gestire al meglio Disturbi Specifici del Linguaggio;
  • Prevenire il Disturbo Specifico dell’Apprendimento.

Come interviene Ohana?

Clinici, educatori e tutor didattici collaboreranno tra loro per proporre in modo ludico e mirato delle attività funzionali agli obiettivi di ciascun bambino.

Cosa sono i “prerequisiti”?

Si chiamano “prerequisiti” quelle competenze preliminari per il successo formativo nella scuola elementare.

Avere dimestichezza con sillabe, grafemi, cifre e numeri, o avere una certa consapevolezza del proprio corpo garantisce al bambino e alla bambina la solidità degli apprendimenti.

Logica, attenzione, capacità verbale e coordinazione

Sono solo alcuni degli obiettivi di Hop hop!

Contattaci per saperne di più! Siamo qui per darti il meglio di quanto abbiamo imparato!

come funziona memoria

Come funziona la memoria?

I meccanismi che regolano la memoria sono quantomai affascinanti. La memoria ha un suo proprio funzionamento, indagarlo e scoprirlo può darti non pochi vantaggi nello studio, nel lavoro e nella vita quotidiana.

Dove vanno a finire le nostre esperienze?

Tutto ciò che viviamo, percepiamo, sentiamo… non viene affatto perduto. La mente e il corpo formano un tutt’uno. Essi conservano le tracce delle esperienze passate. L’unità mente-corpo serba, nella memoria, una vera e propria mappatura, che ci permette di ripercorrere, ricordare e per certi versi rivivere il passato.

La memoria ha 3 fasi

Codifica

Nel momento in cui vogliamo acquisire una informazione, prima di tutto la «codifichiamo». Che vuol dire? Semplicemente, la mettiamo all’interno di una rete di informazioni che sono a questa correlate.

Ritenzione

Una volta codificata, l’informazione non si presenta più isolata e disgregata dal contesto. Nella nostra mente, al contrario, essa fa parte di una rete di associazioni, di un sistema.

Le nozioni sono come i chicchi d’uva: si legano fra loro in una specie di “grappolo” di informazioni

Questa integrazione permette al messaggio che vogliamo ricordare di consolidarsi e di stabilizzarsi all’interno del nostro sistema mnestico.

Recupero

Ovviamente, non tutte le informazioni che abbiamo acquisito nel nostro passato possono essere sempre presenti alla nostra mente. Deve essere possibile riporre queste informazioni in un “magazzino“. Da questo magazzino verranno tirate fuori non appena dovesse servire.

Quando questo processo avviene agevolmente, ciò è dovuto alla buona organizzazione delle informazioni. Essa ammette un recupero veloce delle nozioni di cui abbiamo immediatamente bisogno nella nostra vita.

Quindi?

Di qui si capisce che un buon modo di imparare nuove informazioni consiste nel dare senso a ciò che impariamo. Nel collegare poi ciò che stiamo imparando a quanto già sappiamo, formando una rete solida e fitta. Infine, se riorganizziamo ciò che sappiamo integrando tutte le informazioni: avremo davvero una memoria elefantina!

formazione a distanza

Evviva la formazione a distanza!

Ai tempi del coronavirus siamo stati obbligati, volenti o nolenti, alla formazione a distanza. Eppure, a poco più di un mese dall’inizio del “blocco”, alcuni punti di forza della FAD stanno emergendo.

Distanza e lontananza non sono la stessa cosa

Si può essere vicini nonostante la distanza, purché la lontananza non sia un atteggiamento, un modo di fare, un pretesto per abbandonare il tentativo di «restare in relazione».

Noi di Ohana abbiamo capito che il trucco sta nel potenziare la relazione attraverso la tecnologia e non «malgrado» quest’ultima.

La FAD ha dei vantaggi

Premesso che, per una buona FAD servono dei computer funzionanti, delle connessioni di tutto rispetto e la pazienza di imparare ad usare gli strumenti che il Web o le varie piattaforme ci mettono a disposizione, la FAD ha dei punti di forza notevoli! Vediamo i più cruciali.

È obbligatorio fare una scelta di campo: esserci o non esserci

Non è una citazione dall’Amleto di Shakespeare, è piuttosto una verità emersa con la formazione a distanza. La FAD ha impedito a noi insegnanti, educatori e tutor di «esserci tanto per fare presenza», e di converso ha impedito agli studenti di «stare lì a scaldare la sedia».

Si tratta di una vera e propria rivoluzione che ha dissipato la nebbia di ipocrisie scesa da secoli sulla didattica in presenza.

Sincrono o asincrono? Il doppio delle possibilità

Con la formazione a distanza è possibile lavorare in simultanea, facendo ad esempio delle dirette, le cosiddette live session, oppure lavorare in differita, cioè in «asincrono». Docente e discente, tutor e studente possono preparare materiali e studiare in tempi diversi, per poi rimandare le domande, l’interazione, i chiarimenti al momento di confronto diretto garantito dalle live.

Cosa non ho capito? Il potere dell’autoriflessione

Vista dalla parte dello studente, cioè di colui che apprende, come discente, e che ha la responsabilità di costruire il proprio bagaglio culturale, la FAD rappresenta un’occasione preziosa. Stando di più da solo davanti a se stesso, alle cose da fare, agli obiettivi trasversali o disciplinari da raggiungere, lo studente si abitua, poco alla volta, ad interrogarsi sull’efficacia del suo personale apprendimento. Senza che se ne renda conto, allora, lo studente acquisisce l’abilità più importante di tutta la sua vita: «impara ad imparare», potenziando così la capacità di effettuare delle «autovalutazioni».

L’autovalutazione è la prova che lo studente sta diventando il maestro di se stesso!

Come posso essere più chiaro?

In modo simmetrico, possiamo inquadrare la FAD dal punto di vista del tutor, del docente, dell’educatore. Insomma, possiamo vedere cosa cambia dalla visuale di chi ha il compito di trasmettere passione e amore per la conoscenza.

Docenti, tutor, educatori e (perché no?) genitori imparano ad affinare le loro capacità comunicative. Noi di Ohana ci siamo resi conto che siamo sempre più abituati a chiederci: «come possiamo essere più efficaci?».

Anche i formatori, dunque, stanno beneficiano della FAD e si stanno misurando con l’obiettivo cardine della didattica:

arrivare a ciascuno per arrivare a tutti!

posto più bello

«Il posto più bello della mia vita»

Le testimonianze di Ohana

Cosa sarebbe Ohana senza testimonianze? Sarebbe un posto in cui forse i “miracoli” qualche volta accadono, ma nessuno ne saprebbe niente. Per questo abbiamo deciso di aggiungere una sezione apposita, dove narrare le esperienze, talvolta davvero straordinarie, di cui i nostri ragazzi sono protagonisti.

La storia di M.

M. ad esempio, arrivò da noi che aveva 8 anni. Aveva origini polacche e una storia affettiva particolare. Presentava un quadro diagnostico che sulla carta poteva sembrare scoraggiante.

La verità fu un’altra. M. aveva un’intelligenza brillante e onnivora; era un bambino curioso e sensibile che avvertiva come schiacciante il peso di portare fuori ciò che è interno, profondo, spesso al limite dell’incomunicabile.

Veniva ad Ohana con le occhiaie per quanto si stancava a scuola.

Valentina lo ricorda insicuro, terrorizzato, quando si faceva la pipì sotto e cedeva sotto il peso delle parole che non riusciva ad esternare.

L’angoscia della “filastrocca da imparare a memoria”

«Abbiamo imparato insieme», ci confessa, «a non nasconderci sotto il tavolo o sotto il banco quando le letterine diventavano illeggibili; a non provocare quando le emozioni si rifiutavano di stare “al loro posto”; a respirare profondamente quando la filastrocca da memorizzare era troppo lunga e la minaccia della maestra troppo pesante».

Se non la impari tutta non fai il lavoretto di Natale!

Non è semplice capire la soglia che sta al limite tra scambio e imposizione, tra confronto e affronto, specie nella routine educativa e dentro la relazione così asimmetrica e talvolta logorante che si instaura nelle classi scolastiche.

Condividere e sostenere

Con M. è stato salvifico partecipare della sua rabbia, del suo senso di ingiustizia, facendo sì che l’umanità di Ohana rappresentasse un semplice alleato, spesso impossibilitato a toglierlo di peso dalle difficoltà, ma capace di provare una profonda e solidale empatia.

«Quel giorno l’ho abbracciato forte, ho pianto con lui e ho smesso di fargli ripetere la filastrocca. Proprio mentre chiedevo alla mamma di trovare insieme una soluzione sana e costruttiva, mi sono voltata e sulla lavagna ho trovato scritto questo:»

«M. ora vive in Polonia», racconta Valentina, «e come tanti bambini passati di qui, non lo scorderemo più».

Imparare… in teoria

L’apprendimento costituisce l’oggetto di una vasta letteratura specifica. Inutile dirlo, ci sono molte teorie e diversi indirizzi. Eppure, possiamo dire che tutte le teorie finora proposte appartengono a una delle due grandi categorie esistenti.

Per alcuni studiosi, l’apprendimento è un processo graduale, per lo più continuo. Il loro slogan sarebbe:

Si impara per prove ed errori

Ci sono poi altri teorici che guardano all’apprendimento come ad un processo che ha inizio con una vera e propria intuizione. A questa intuizione fa seguito una rottura della visione del mondo precedente, poi una geniale ristrutturazione degli schemi mentali. Questi teorici parlerebbero di

una ristrutturazione del precedente assetto cognitivo

È utile integrare queste due prospettive, nel nostro caso, sapendo che i tentativi sono alla base dell’apprendimento esperienziale. La mente, poi, rielaborando i dati dell’esperienza, può costruire nuovi modelli, e immaginare, con l’intuizione, cose che prima non riteneva possibili.

Esperire per imparare

Cos’è l’apprendimento?

Apprendere, o imparare, non è altro che la capacità di vivere delle esperienze con una sufficiente intensità da produrre un cambiamento permanente nella persona che vive, conosce e comprende. In base a questa definizione, è facile capire che non può esistere alcun apprendimento al di fuori dello spazio esperienziale.

L’esperienza è maestra di vita

afferma un antico proverbio latino. Tutto ciò è verissimo. L’apprendimento, infatti, dipende strettamente dall’esperienza e può essere sia consapevole che inconsapevole. Perciò: non esiste alcuna persona al mondo che possa vivere senza imparare. Diceva bene Aristotele:

Tutti gli uomini hanno un innato desiderio di sapere.

Se la vita, l’esperienza e l’apprendimento finiscono per coincidere, è ormai chiaro che per imparare velocemente e proficuamente bisogna aprirsi alla socialità, all’ascolto, alla relazione: lo spazio preferenziale per sperimentare chi siamo e in che modo vogliamo cambiare.