«Il gioco è una cosa seria». Ohana lo sa bene! Per questo ha redatto un vero e proprio manifesto del gioco.

Il gioco è sacro

Lo spazio ludico è, insieme, leggero e importantissimo. Entro le regole del gioco si fanno esperienze fondamentali, spesso terapeutiche, indispensabili. Ecco perché, per Ohana, il gioco è sacro!

Il gioco è libertà

Chi crede nelle regole, chi le rispetta, chi ne vede i limiti e il salvifico contenimento è veramente e profondamente libero. È molto saggio riconoscere che la libertà si manifesta nelle regole, poiché le regole tutelano proprio il nostro diritto alla libertà e alla creatività.

Il gioco è crescere socialmente e culturalmente

Mettersi in gioco vuol dire esprimersi, ed esprimersi di fronte agli altri, con gli altri, significa interagire e crescere. Il gioco è una dimensione evolutiva, ricca e indulgente, perché nel gioco si può concludere un’esperienza, comprendere quanto è accaduto e ricominciare!

Il gioco è espressione e convivenza civile

Il gioco è accettazione

La gran parte dei nostri problemi, nella vita, origina dal fatto che non riusciamo ad accettare qualcosa (quello che accade, quello che siamo, la frustrazione delle nostre attese). Il gioco ci consente di esercitare la capacità di accogliere quello che non dipende da noi e che tuttavia ci influenza. Per questo Ohana dice che «il gioco genera benessere»!

Il gioco non ha pretese: ha un suo spazio e un suo tempo

Quando ci abbandoniamo completamente al gioco, lo facciamo con grande entusiasmo e spesso ci tuffiamo nell’esperienza ludica senza residui. Eppure, sappiamo bene il gioco non è la realtà vera, e che esso crea semmai una realtà nella realtà.

Questo è il grande potere del gioco, svilupparsi nella realtà senza pretendere di deformarla. Il gioco è in un certo spazio, entro un certo tempo. Finito il gioco, noi abbiamo imparato qualcosa e vediamo con occhi nuovi la realtà vera.

Il gioco è di tutti e per tutti

Esiste qualcosa di più inclusivo del gioco? Forse no. Tutti giocano. Tutti hanno diritto di giocare. Adulti, bambini, anziani. Il gioco non ha età, perché in fin dei conti, il gioco è vita.