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Lo spazio educativo

L’ambiente più consono all’apprendimento è un luogo protetto, uno spazio ospitale, dove gli oggetti sono costruiti e pensati per gli educandi, ispirati tuttavia alle potenzialità delle cose naturali.

Spazio e ambiente

Per favorire la dinamica dell’apprendimento che, lo ricordiamo, non va intesa come qualcosa di lineare di geometrico, al contrario, come un processo artigianale e relazionale, ricco di fluttuazioni, di battute d’arresto, di assestamenti, di progressi consolidati e poi incorporati, è indispensabile costruire un ambiente accogliente, vivace, stimolante. Il concetto di ‘spazio‘ si addice pienamente al caso: uno spazio è un luogo potenzialmente occupabile, tridimensionale, che offre ai discenti il modo di essere, agire, interagire, riflettere.

spazio educativo

Arredi e gerarchia

Una intelligente interrogazione sull’adeguatezza dei setting attualmente in uso presso le scuole è stata auspicata dai più grandi pedagogisti di ambito internazionale, eppure è abituale entrare in un’aula scolastica e ritrovare gli arredi di una scuola ‘antica’, dedita alle lezioni frontali, ad una didattica di tipo meramente trasmissivo, che pone quindi al centro il docente, quale detentore di una sapienza con cui tenterà di ‘contagiare’ il gruppo dei discenti, i quali a loro volta avranno presto la consapevolezza di un senso di ‘inferiorità’ che è sovente (e illegittimamente) associato al senso di inadeguatezza.

Capovolgere il punto di vista

Oggi è risaputo che questa prospettiva merita di essere ribaltata: al centro vanno posti i discenti, intesi come individui e come elementi di una ‘societas‘ (per cui la classe diviene, nel piccolo, un modello di vita civile). Per capovolgere anche nei fatti e nella dimensione contingente il modello obsoleto della scuola ottocentesca, è necessario partire dagli arredi, dagli oggetti, dalle cose.

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Oggetti significativi

Nella nostra esperienza abbiamo spesso notato l’utilità di impiegare oggetti dalle forme semplici e varie, meglio se costruiti in modo eco-compatibile. Arredi ottenuti sagomando assi e tavole di legno, stondati sugli spigoli e decorati con colori vivaci, primari o pastello, partendo da forme solide elementari, come cubi, sfere, parallelepipedi, tronchi di cono, suggeriscono di per sé, agli educandi, da un lato, i principi della geometria piana e solida, dall’altro, la possibilità di applicare i saperi più puri (come quelli pitagorici ed euclidei) alla realtà empirica.

Polifunzionalità e ideazione

Tanta parte del problem solving è sollecitata anche dal riuso del medesimo oggetto in contesti situazionali diversi. Nello spazio educativo, uno stesso cubo, utilizzato come sedia, può diventare una scala, mentre un parallelepipedo retto può essere usato sia come mobile, sia come unità di misura per uno dei tanti giochi possibili. Assecondare la polivalenza delle cose, sfruttarne massimamente il valore educativo, significa simulare, in un ambiente protetto e pedagogicamente leggibile, lo spazio naturale, dove un sasso può diventare ‘schiaccianoci’, ‘pallina’, ‘gessetto’, ‘dardo’, ‘elemento unitario e numerico’. Emulare lo spazio potenziale degli ambienti naturali, preservando gli educandi dagli usi impropri (e quindi prevenendoli e stornandone l’offensività) significa ottimizzare la dinamica dell’apprendimento, favorire la socialità, la creatività, l’ideazione di progetti tesi alla soluzione di problemi ricorrenti.

Marta Mariani

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