Hop hop!

Hop hop è il laboratorio di potenziamento e recupero dei prerequisiti di Ohana!

Per chi?

Per coloro che frequentano l’ultimo anno dell’infanzia, ma anche il primo o il secondo anno della primaria e vogliono:

  • Consolidare i prerequisiti degli apprendimenti;
  • Recuperare nozioni e competenze preliminari;
  • Gestire al meglio Disturbi Specifici del Linguaggio;
  • Prevenire il Disturbo Specifico dell’Apprendimento.

Come interviene Ohana?

Clinici, educatori e tutor didattici collaboreranno tra loro per proporre in modo ludico e mirato delle attività funzionali agli obiettivi di ciascun bambino.

Cosa sono i “prerequisiti”?

Si chiamano “prerequisiti” quelle competenze preliminari per il successo formativo nella scuola elementare.

Avere dimestichezza con sillabe, grafemi, cifre e numeri, o avere una certa consapevolezza del proprio corpo garantisce al bambino e alla bambina la solidità degli apprendimenti.

Logica, attenzione, capacità verbale e coordinazione

Sono solo alcuni degli obiettivi di Hop hop!

Contattaci per saperne di più! Siamo qui per darti il meglio di quanto abbiamo imparato!

teoria della ghianda

La teoria della ghianda

Sotto questo bizzarro titolo, di «teoria della ghianda», si può trovare un’idea, per certi versi mitica e rivoluzionaria.

Ce ne parla James Hillman

Psicoanalista e saggista degli USA, Hillman (scomparso nel recente 2011) ha consegnato alle pagine del suo libro Il codice dell’anima la teoria in questione.

Di che si tratta?

La teoria della ghianda presuppone che ciascun individuo abbia, fin dalla nascita (e forse persino da prima!) una vocazione, un talento innato, un’abilità che gli viene “naturale“, “facile“, per innatismo.

La metafora “realistica”

Hillman paragona questa vocazione all’energia vitale insita nella ghianda. Ogni ghianda contiene in sé la futura quercia, così come a sua volta la quercia è in grado di generare nuove ghiande, in un circolo bellissimo e vitale.

Perché una ghianda non può generare un abete?

Se rivolgessimo questa domanda ad un agrotecnico, saremmo fortunati se questi avrà la buona creanza di non riderci in faccia.

Tutti, infatti, accettano immediatamente l’idea che una ghianda non possa e non potrà mai generare né un melo, né un ciliegio, né un abete.

Eppure le cose non sembrano essere così chiare su un livello più “pedagogico”.

Nel campo della pedagogia

Nel dominio dell’educazione, nel campo della pedagogia, solo i professionisti più illuminati sanno fare un parallelo tra la teoria della ghianda e l’educazione in età infantile o evolutiva.

Quante volte imponiamo un “dover essere” al bambino, alla bambina… che hanno invece il loro stile, le loro predilezioni?

Cosa ci insegna Hillman

Hilmann ci ricorda, in questo senso, che durante l’infanzia tendono ad emergere tratti innati della personalità (è la ghianda che manifesta il suo voler essere quercia e non frassino, non pruno, né melo).

Un buon educatore, un bravo pedagogo dovrà quindi riconoscere nelle impuntature, nel capriccio, nelle ostinazioni del bambino, in quell’orgoglio pronunciato e forte… il profilo dell’uomo e della donna futuri, così che la quercia cresca sana, vigorosa e fruttuosa.

percepire corpo

La percezione del corpo

Durante l’infanzia il corpo è un grande spazio da esplorare, da conoscere, da mettere alla prova. Se tuo figlio ha 3, 4 o 5 anni, stando chiuso in casa per le restrizioni del coronavirus, ha ancora molte possibilità di fare esperienze significative nella percezione di .

Un gioco da fare in casa

Conoscere il proprio corpo significa metterlo a contatto con la realtà esterna e provare a farsi un’idea, una rappresentazione mentale, di come il corpo è fatto o di come funzioni. Ohana ti propone qui una semplice attività con cui potrai incoraggiare tuo figlio o tua figlia a conoscersi meglio.

Materiali (o ingredienti?)

Fruga nella dispensa: cosa trovi? Un cartone quasi finito di farina di semola? Buono! Un pacchetto di ceci da mettere a bagno? Dei fagioli cannellini che avevi dimenticato? Qualche lenticchia! Perfetto!

Tranquillo, non ti costringerò a cucinare una zuppa di legumi… È che il nostro gioco comincia proprio così!

Evita le forme acuminate

Prendi del riso, poi un po’ di cous cous, una manciata di lenticchie, il pacco di cannellini e tutto ciò che può ispirarti. Meglio, se si tratta di granelli tondeggianti che non possono né graffiare, né pungere a contatto con la pelle. Evitiamo quindi quadrotti, stelline e altre forme “spigolose”.

Prendi delle scatole o dei contenitori

Possono essere dei tupperware di grandi dimensioni, oppure delle scatole da scarpe. Riponi i semi e/o i legumi in contenitori diversi. Considera che i contenitori che userai dovranno poter contenere… i piedini di tuo figlio o di tua figlia!

Finalmente si gioca!

Per evitare che il tuo bambino possa avere la tentazione di ingerire i semi, i legumi o i granelli che hai messo nei vari contenitori, giocherete in questo modo. Terrai per le mani tuo figlio e lo accompagnerai per qualche passo, permettendogli di poggiare le piante dei suoi delicati piedini… dentro ad un contenitore per volta.

La pianta del piede è molto sensibile!

La riflessologia, ad esempio, è interamente basata su questo assunto: sulla superficie plantare c’è una vera e propria mappa di corrispondenze con tutti gli organi e apparati del nostro corpo.

“Immergendo” i suoi piedini nei contenitori di ceci, riso, cous cous e lenticchie, tuo figlio potrà non solo percepire il suo corpo, reagire agli stimoli, farsi un’idea dell’oggetto con cui è venuto a contatto, ma anche stimolare “di riflesso” le sue parti del corpo più interne.

Scatta qualche foto!

Se hai qualcuno accanto a te, mentre tu tieni per mano il tuo cucciolo… d’uomo… Non perdere l’occasione di immortalare le smorfie o le espressioni che tuo figlio o tua figlia farà… nel “sentire” a piedi nudi… la differenza tra ceci e fagioli… Saranno scene indimenticabili!